Visualizzazioni totali


lunedì 14 marzo 2011

La prima guerra mondiale

La prima guerra mondiale(1914-1918)
Erano quattro le  cause che hanno  scatenato la prima  guerra mondiale:
La causa politica: i contrasti tra gli stati
  • La Francia voleva sottrarre l’Alsazia e la Lorena alla Germania;
  • L’Italia voleva liberare Trento e Trieste dal dominio Austriaco;
  • La Gran Bretagna si sentiva minacciata dalla Germania .
L’Europa era divisa in due schieramenti: la  triplice intesa formata da Francia, Gran Bretagna e Russia, e la  triplice alleanza che comprendeva Germania Austria e Italia.
La causa militare
Le grandi potenze europee da anni si preparavano alla guerra, dotandosi di grandi armamenti.
La causa economica
Per avere il controllo delle materie prime, gli stati occidentali si stavano impegnando nella conquista dell’Africa e dell’Asia.
La causa culturale
Le guerre portavano a cambiamenti della situazione sociale e politica .
Lo scoppio della prima guerra mondiale:
Il pretesto che ha scatenato la guerra fu l’assassinio del futuro erede al trono austriaco,  Francesco Ferdinando. L'assassinio avvenne mentre Francesco Ferdinando attraversava Sarajevo. L’attentatore era un bosniaco(nei Balcani), che risiedeva in Serbia. L’attentato era stato tollerato da parte del governo serbo. L’Austria inviò alla Serbia un ultimatum con la quale imponeva la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini dell’attentato. La Serbia non accettò e l’Austria, il 28 luglio 1914, le dichiarò guerra. Si formarono due schieramenti:
·       da una parte Austria e Germania (Imperi Centrali), poi Bulgaria, Ungheria e Impero turco
·       dall’altra Francia Inghilterra e Russia (Triplice Intesa) al fianco della Serbia. Scesero in guerra anche il Giappone e gli Stati Uniti, che portò con se altri Paesi, con i quali formarono gli “Alleati”. 

L’Italia si dichiarò neutrale allo scoppio della guerra e si giustificò dicendo che l’Austria e la Germania non erano state aggredite. L’Italia era divisa in due schieramenti:
·       I neutralisti, cioè chi voleva che l’Italia restasse neutrale. Fra questi c’erano: socialisti, cattolici e parlamentari liberali guidati da Giolitti.
·       Gli interventisti, cioè coloro che erano favorevoli ad entrare in guerra. Tra cui: i nazionalisti di cui faceva parte Gabriele D‘Annunzio, l’esercito, l’ambiente della corte, i grandi industriali e alcuni tra i socialisti e i democratici.
Dei socialisti faceva parte Benito Mussolini espulso perché voleva partecipare alla guerra, così si schierò dalla parte degli interventisti.
 Con il Patto di Londra (26 aprile 1915) l’Italia chiuse i rapporti con la Triplice Alleanza e si schierò con l’Intesa. Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra.

La guerra di trincea:
La Germania aveva invaso Lussemburgo e il Belgio, con l’intenzione di occupare subito la Francia, però vennero fermati sul fiume Marna. Col passare del tempo il conflitto si tramutò in una guerra di trincea, cioè in lunghe fosse scavate nel terreno. Dalla rapida guerra di movimento si era passati a una logorante guerra di posizione.  L’esercito tedesco e  austriaco dovettero combattere duramente contro quello russo. Ma nella primavera del 1915 sferrarono un attacco contro la Russia, si aggiunse anche l’esercito turco. La Russia era in difficoltà per l’insufficienza della produzione industriale che non le consentiva di sostenere il proprio esercito.
Sul fiume Isonzo si scontrarono l’esercito italiano contro quello austriaco, ma poco dopo anche qui la guerra  si trasferì nelle trincee. L’Italia era impreparata per questa guerra. Il generale Luigi Cadorna aveva imposto una durissima disciplina. L’esercito austriaco si impegnò nella spedizione punitiva contro gli italiani perché l’Italia li aveva traditi. L’esercito italiano respinse l’offensiva e riuscì a conquistare Gorizia. La Francia e l’Inghilterra avevano praticato un blocco del commercio marittimo ai danni degli imperi centrali tagliando a questi ogni rifornimento. I tentativi della flotta tedesca di lasciare i porti del mare del Nord veniva sistematicamente bloccati dalle corazzate inglesi. Per ovviare a questa situazione la Germania diede inizio alla guerra sottomarina, utilizzando i piccoli e micidiali sottomarini.  La Germania affrontò la marina inglese nella battaglia dello Jutland. I tedeschi iniziarono ad affondare tutte le navi mercantili e passeggeri. L’affondamento di un transatlantico causò la morte di un migliaio di persone tra cui degli statunitensi. Pertanto gli Statunitensi ritenevano che questi affondamenti erano contrari ai principi della libertà di navigazione di commercio. Anche loro entrarono in guerra a fianco dell’intesa il 6 aprile 1917. Fin dall’inizio del conflitto gli aiuti economici degli americani erano stati fondamentali per gli eserciti anglo-francesi.
Nel 1917 la situazione alimentare divenne particolarmente critica in Austria e in Germania in Russia e in Italia. Alle difficoltà per reperire i generi alimentari si aggiunsero una crescente inflazione e la diffusione di malattie come il tifo la tubercolosi e il colera.
Il 1917 fu un anno  segnato per la Russia dalla rivoluzione d’ottobre. Il 3 marzo del 1918 venne firmata la pace di Brest-Litovsk tra Russi e Tedeschi, la resa della Russia dava respiro agli imperi centrali. Così Austria e Germania hanno concentrato tutte le loro forze sul Fronte italiano; Il 24 ottobre fu sferrato un attacco a Caporetto a cui l’esercito italiano affiancato da Cadorna non riuscì a resistere. La “rotta” di Caporetto testimoniò la disorganizzazione, l’incapacità strategica e la mancanza di compattezza delle truppe italiane. Quando tutto sembrava perduto il paese diede prova di un forte capacità di reazione e formò un governo di solidarietà nazionale con a capo Vittorio Emanuele Orlando. Cadorna fu destituito e il comando dell’esercito fu affidato al generale Armando Diaz. Per ottenere di nuovo la fiducia dei soldati il governo promise vantaggi economici per il dopo guerra, inclusa una distribuzione di terre ai contadini. Grazie a questo progetto e ad una mobilitazione eccezionale Diaz riuscì ad arginare la rotta delle truppe italiane.
Una delle caratteristiche che distinse la prima guerra mondiale dalle guerre che l'avevano preceduta fu che coinvolse non soltanto eserciti e governi, ma anche le popolazioni civili. La guerra di trincea impose sacrifici non soltanto ai soldati ma anche alle popolazioni che soffrirono gravi restrizioni.
           

La fine della prima guerra mondiale:
Dopo il ritiro della Russia, nella primavera del 1918 Austria e Germania erano a corto di materie prime, lanciò l’ultima offensiva. Ma anche questa volta i Francesi e Inglesi respinsero l’attacco nella seconda battaglia di Marna. Anche l’Italia passò alla controffensiva ottenendo la decisiva vittoria a Vittorio Veneto. L’Austria firmò l’armistizio il 4 Novembre 1918 e la Germania l’11. La grande guerra era finita ma si lasciava alle spalle una pesante eredità di distruzioni economiche, di conflitti sociali e di tensioni politiche.
I trattati di pace
I colloqui di pace si svolsero a Parigi. Wilson aveva scritto quattordici punti che riassumevano i progetti per la futura politica europea e mondiale. In cui dava molta importanza all’autodeterminazione delle nazioni: ogni nazione doveva scegliere la propria forma di governo.
Ecco cosa pretendevano gli stati:
  • Molti stati europei furono riconosciuti indipendente: Ungheria, Cecoslovacchia, Iugoslavia, Lettonia, Lituania, Estonia;
  • l’Austria perse i suoi 7/8 del territori;
  • la Turchia perse tutti i territori europei, tranne la città di Istambul;
  • la Siria fu affidata alla Francia;
  • la Germania venne accusata responsabile della guerra, fu costretta a pagare i danni(132 miliardi di marchi oro) e fu anche privata delle colonie;
  • l’Alsazia e la Lorena ritornarono alla Francia;
  • atri territori tedeschi passarono alla Danimarca e alla Polonia.
La Germania riteneva che la punizione imposta era troppo dura, ma anche l’Italia era insoddisfatta infatti dicevano che era stata una vittoria mutilata. Così ricevette Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia e Trieste.

Nessun commento:

Posta un commento