Henrik Ibsen ( 1828 – 1906) è stato uno scrittore e drammaturgo norvegese.
È considerato il padre della drammaturgia moderna, per aver portato nel teatro la dimensione più intima della borghesia ottocentesca, mettendone a nudo le contraddizioni e il profondo maschilismo.
In seguito al fallimento dell'attività del padre, commerciante in legname, Ibsen dovette abbandonare gli studi e iniziò a lavorare in una farmacia a Grimstad. Nell'inverno tra il 1848 ed il1849 Ibsen scrisse il suo primo dramma, Catilina.
Trasferitosi a Oslo, studiò medicina e lavorò come assistente teatrale e scrittore. Nel 1851 diventò direttore del Norske Theater di Bergen, dove aveva lavorato come maestro di scena. Dopo aver studiato scenografia a Copenaghen e a Dresda, nel 1857 fu nominato direttore del Kristiania Norske Theater. In quegli anni compose i drammi Fru Inger til Østråt (Donna Inger di Østråt, 1855), Gildet på Solhaug (Una festa a Solhaug, 1856), Olaf Liljekrans e Hærmændene paa Helgeland ("I guerrieri di Helgeland", 1857).
Ad una fase posteriore della sua intensa produzione letteraria risalgono opere come Terje Vigen (1862), Kjærlighedens Komedie ("La commedia dell'amore", 1862) e il dramma storicoKongs-emnerne ("I pretendenti al trono", 1863).
Il viaggio in Europa e la fase romantica
Dopo la chiusura del teatro di Bergen, Ibsen partì e visitò Roma, dove scrisse un dramma, Brand (1866). L'anno seguente compose il Peer Gynt (1867), opera surreale, resa famosa dalla musica di Edvard Grieg.
La fase romantica ibseniana si conclude con la commedia brillante De unges Forbund (La lega dei giovani, 1869) e con il dramma Kejser og Galilaer (Cesare e il Galileo, 1873)
La fase del teatro sociale
La fase più squisitamente sociale del teatro ibseniano è battezzata da Samfundets støtter ("I pilastri della società", 1877), seguito da Et dukkehjem ("Casa di bambola", 1879), imperniato su una figura femminile in rivolta con la famiglia. A questi seguono altri capolavori, come Gengangere ("Gli spettri", 1881), En folkefiende ("Un nemico del popolo", 1882),Vildanden ("L'anitra selvatica", 1884), Rosmersholm ("Villa Rosmer", 1886), Fruen fra havet ("La donna del mare", 1888) e Hedda Gabler (1890).
A questo periodo risalgono anche i drammi Bygmester Solness ("Il costruttore Solness", 1892) e Lille Eyolf ("Il piccolo Eyolf", 1894). Dopo il ritorno a Cristiania, Ibsen scrisse i suoi ultimi lavori, John Gabriel Borkmann (1896) e Når vi døde vågner (1899).
Si dice che l'ultima parola detta da Ibsen sul letto di morte sia "nonostante".
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