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mercoledì 17 novembre 2010

La Rivoluzione Francese


La rivoluzione francese è un insieme di eventi e di cambiamenti politici, sociologici e culturali intercorsi tra il 1789 e il 1799 che segna il limite tra l'età moderna e l'età contemporanea nella storiografia francese.
Le principali e più immediate conseguenze della rivoluzione francese (che costituì un momento di epocale cambiamento nella storia del mondo) furono l'abolizione della monarchia assoluta e la proclamazione della repubblica, con l'eliminazione delle basi economiche e sociali dell'Ancien régime. La rivoluzione francese e quella americana ispirarono le rivoluzioni a connotazione borghese liberali e democratiche che seguirono nel XIX secolo.
Sebbene l'organizzazione politica della Francia abbia oscillato tra repubblica, impero e monarchia durante i 75 anni seguenti la Prima repubblica, la rivoluzione segnò la fine dell'assolutismo e diede inizio ad un nuovo sistema politico in cui la borghesia e, in alcune occasioni anche le masse popolari, si convertirono nella forza politica dominante del paese.
Cause 
Moltissimi fattori portarono alla rivoluzione, in particolare le cause furono di diverso tipo:
Cause sociali: la società francese era suddivisa in tre ordini: AristocraziaClero e Terzo Stato. Più del 95% della popolazione era però costituito dal Terzo Stato e vi era di conseguenza un forte squilibrio numerico. Le classi erano inoltre eterogenee: in ognuna c'erano sia individui ricchi che individui poveri, poiché ogni persona era classificata in base ad un titolo. Vennero così a formarsi delle alleanze "trasversali" e censuarie tra persone di diverse classi.
Cause politiche: dal punto di vista della politica estera, la Rivoluzione Americana, avvenuta prima di quella francese, fece da modello di ribellione ai cittadini francesi. Dal punto di vista della politica interna, l'incapacità di governare dei successori di Luigi XIV, ovvero Luigi XV e in particolar modo Luigi XVI, fece nascere l'ostilità del popolo. Essi non ebbero né la forza né il carisma per sostenere le loro posizioni; inoltre lo scontento aumentò grazie alla presenza impopolare di Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, la quale era troppo legata alla sua patria austriaca.
Cause culturali: in Francia, soprattutto, si sviluppò una nuova cultura, l'Illuminismo, che poi si diffuse nel resto dell'Europa. Era basata su tre principi fondamentali: Razionalismo,Egualitarismo e Contrattualismo (corrente di pensiero portata dal rifiuto per l'Assolutismo, basata su un contratto posto tra popolo e chi lo governa).
Cause economiche: la rivoluzione riguardò sia la microeconomia francese sia la macroeconomia. I raccolti andati a male, le carestie ed il clima avverso portarono ad una forteinflazione. Le tasse elevate pesavano sul Terzo Stato (il quale era l'unico a pagarle) e, dato che non produceva più beni commerciabili, lo Stato non riusciva ad arricchirsi attraverso la tassazione.

L'avvento di Napoleone e la fine della Rivoluzione
Grazie agli sforzi del governo di salute pubblica, le armate francesi erano passate all'attacco. Nella primavera 1796 una grande offensiva attraversò la Germania per costringere l'Austria alla pace. Ma fu l'armata d'Italia, comandata dal giovane generale Napoleone Bonaparte, che creò la sorpresa aggiungendo sempre nuove vittorie e forzando l'Austria a firmare la pace colTrattato di Campoformio del 17 ottobre 1797. Tra il 1797 ed il 1799 quasi tutta la penisola italiana fu trasformata in repubbliche sorelle con dei regimi e delle istituzioni ricalcate su quelle francesi. Se le vittorie alleviavano le finanze del Direttorio, esse resero il potere sempre più dipendente dall'armata e così Bonaparte divenne l'arbitro del dissenso politico interno. La spedizione in Egitto aveva l'obiettivo di colpire la via delle Indie al Regno Unito, ma i direttori furono contenti di togliere il loro sostegno a Napoleone, che non nascondeva il suo appetito di potere.

La moltiplicazione delle repubbliche sorelle inquietò le grandi potenze, Russia e Regno Unito in testa. Esse temevano il contagio rivoluzionario e una troppo forte dominazione della Francia sull'Europa. Questi due Stati furono all'origine della seconda coalizione del 1798. Le offensive inglesi, russe ed austriache furono respinte dalle armate francesi dirette da Brune eMasséna, ma l'Italia fu in gran parte persa e i risultati della campagna di Bonaparte resi vani. Era ormai chiaro che il popolo francese cercava un nuovo uomo forte per difendere le sorti della Repubblica, poiché il Direttorio era inesorabilmente corrotto e cominciava a tramare con Luigi XVIII per restaurare il trono dei Borbone. Allarmato da queste notizie e conscio che la sua ora era giunta, Napoleone tornò dall'Egitto e assunse il comando del complotto che mirava a rovesciare il Direttorio, un complotto tessuto tra gli altri da Sieyès e dal fratello di Napoleone, Luciano Bonaparte, presidente dell'Assemblea dei Cinquecento. Il 9 novembre 1799 il colpo di Stato detto "del 18 Brumaio" rovesciò il Direttorio e instaurò un triumvirato retto dai consoli Bonaparte, Sieyès e Ducos. Napoleone proclamò in quella sede l'atto di chiusura della Rivoluzione: «Citoyens, la révolution est fixée aux principes qui l'ont commencée, elle est finie» (Cittadini, la rivoluzione è fissata ai principi che l'hanno avviata, essa è conclusa). Fu messo in piedi il Consolato: un regime autoritario diretto da tre consoli, di cui solo il primo deteneva realmente il potere. La Francia cominciò un nuovo periodo della sua storia apprestandosi a consegnare il proprio destino ad un imperatore.

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